PERCORSO DI UNA FIGLIA
IN AL‑ANON
Essere figlia di alcolista mi ha provocato "scompensi " emotivi di ogni genere: sensi di colpa, rifiuto della realtà, difficoltà ad affrontare i miei problemi esistenziali e, soprattutto, nella relazione con gli altri.
Di sicuro quello che mi è sempre mancato sono equilibrio, serenità e la capacità di dare un senso alle mie scelte e alla mia vita.
Entrata in gruppo, attraverso la condivisione con altri ragazzi che come me vivevano questa realtà, sono riuscita a capire le cause di quel malessere di cui conoscevo l’origine, ma che per me era priva di ogni giustificazione.
In gruppo ho capito di essere figlia di una persona malata e di aver bisogno di aiuto. Questo aiuto l'ho trovato in Al-Anon e nell'amicizia dei miei compagni di percorso. Questa svolta della mia vita ha avuto un forte peso e ha segnato l'inizio di un grande cambiamento.
Attraverso il programma ho innanzittutto dovuto affrontare e accettare, a cuore libero, la mia realtà.
Ho conosciuto il perdono, non tanto quello caritatevole, quanto piuttosto quello che libera noi stessi da pesi e sensi di colpa.
Ho iniziato un cammino di introspezione su me stessa per ritrovare quella stabilità e quell'equilibrio persi,anzi probabilmente mai avuti.
Ho imparato a comportarmi in modo diverso, senza più sensi di colpa o sofferenza ingiustificata, e ad avere più fiducia in me nelle relazioni con gli altri.
Ora cerco di gestire la mia vita in modo più sereno e consapevole, mettendo in pratica il programma dei Dodici Passi. Ho appreso che non sono sola e che posso cogliere il meglio da me stessa e dagli altri, accettando e riconoscendo i limiti e i pregi di ciascuno.
Mi sento rinata e con me la mia famiglia che ora conosce il dono della sobrietà del mio genitore alcolista.